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2020/10/20
Market Insight con Guido Bolliger & Dries Cornilly - Amare gli angeli e odiare i peccatori: conviene?

Non vi è alcun dubbio che il diffuso interesse per gli investimenti sostenibili sia benefico per la società, ma lo è anche per gli investitori? La nostra ricerca dimostra che non vi è alcuna differenza tangibile a livello di rendimenti per le imprese soggette a rischi alti o bassi di controversie in materia ESG. Tuttavia, gli attori che esibiscono credenziali ESG in miglioramento tendono a generare rendimenti più elevati rispetto a quelli con credenziali in peggioramento. Pertanto, ciò che conta per le performance future sono le dinamiche di esposizione al rischio ESG delle imprese.

Fidatevi di ciò che si vede

Le controversie misurano il rischio di reputazione di un'azienda rispetto alle tematiche ESG (procedimenti legali, incidenti mortali, ecc.) e possono essere viste come la conseguenza diretta dell'incapacità di integrare adeguatamente i fattori ESG nella propria strategia d'impresa. Se gli investitori vedono questa incapacità come un fattore in grado di compromettere le prospettive di un'impresa, è facile che gli attori invischiati in gravi controversie ("peccatori") siano destinati a sottoperformare rispetto a quelli coinvolti in poche o addirittura in nessuna vertenza ("angeli"). Utilizzare le controversie al posto dei rating ESG per questo tipo di valutazione offre in particolare un vantaggio: le vertenze di pubblico dominio non si basano unicamente sulle informazioni rilasciate dalla società, il che mitiga l'impatto del cosiddetto "greenwashing". 

L'indice RepRisk (RRI) quantifica dinamicamente l'esposizione reputazionale delle imprese ai rischi connessi alle questioni ESG e di condotta aziendale. Sfruttando un algoritmo di elaborazione del linguaggio naturale, l'indice quantifica l'impatto delle questioni ESG sul rischio reputazionale di una società analizzando oltre 90.000 fonti di informazioni esterne (stampa, social media, ecc.) in 20 lingue diverse. 

Ci avvaliamo di tre indicatori distinti per quantificare il rischio reputazionale: l'indice RepRisk (RRI), la sua variazione su un mese e quella su tre mesi.